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Alla scoperta del caffè: tra miti, tipologie e tradizioni

Alla scoperta del caffè: tra miti, tipologie e tradizioni

Alla scoperta del caffè: tra miti, tipologie e tradizioni

Il caffè non è sempre lo stesso: esistono varie tipologie di caffè, ognuna appartenente a specifiche piantagioni; da queste nascono miscele uniche e particolari che assaggiamo nelle tazzine da caffè al bar oppure comodamente a casa.


Il caffè ha origini molto antiche e, negli anni, sono state scoperte e raccontate molte storie riguardanti l’origine, la produzione e la diffusione del caffè in tutto il mondo.

 

Da dove viene il caffè? Com’è stato scoperto? Come viene prodotto?


La storia e l’etimologia della parola caffè

L’etimologia della parola caffè è antichissima, ma da dove proviene? 


La prima teoria sostiene che l’etimologia della parola caffè derivi da tribù di allevatori residenti in Etiopia. Per alcuni studiosi, infatti, il termine proviene da una città etiope dove il caffè cresceva liberamente e dove se ne sarebbero visti i primi impieghi: la città di Caffa


La seconda teoria collega l’origine del nome al termine arabo “qahwa“, trasformatosi poi col tempo nel turco “khave”, per raggiungere infine l’Europa tramutandosi in “caffè”.


Quando si vuole raccontare la storia del caffè, quindi, la realtà dei fatti si intreccia con la tradizione orale, dicerie e racconti fusi e mescolati tra loro; la scoperta delle bacche di caffè e l’origine della bevanda che conosciamo oggi sono avvolte da miti e leggende.


Leggende sui chicchi di caffè: la scoperta delle bacche e la nascita della bevanda

Una delle più antiche leggende (e forse la più accreditata) sulla scoperta del caffè ha come protagonista un pastore, Kaldi, originario dell’altopiano etiope di Caffa.


Il mito racconta di un giovane pastore che, un giorno, portando le sue capre al pascolo, si accorse troppo tardi che un piccolo gruppo di queste stava mangiando delle bacche rosse da un arbusto, molto diffuso in quella zona, ma che fino a quel momento non aveva mai notato. Preoccupato potessero essere frutti velenosi, le osservò con attenzione e iniziò a notare alcuni comportamenti strani rispetto al solito: gli animali erano più agitati e pieni di energie


Incuriosito, Kaldi decise di portare le bacche rosse in un monastero vicino, quello di Chehodet, sperando che le conoscenze dei monaci potessero dare una spiegazione al comportamento. Una volta arrivato, non ottenne ciò che desiderava: anche i monaci erano del tutto ignari del frutto e del perché di quei particolari effetti. 


Per fare chiarezza, i monaci decisero di provare in prima persona le bacche rosse preparando una tisana con i frutti. Bere il decotto alleviò la stanchezza e il sonno permettendo loro di affrontare con grande lucidità e concentrazione le lunghe notti di veglia e preghiera.


Affascinati da questa bevanda la chiamarono “qahwa” , traducibile come “ciò che stimola” e “che tiene in alto” per sottolineare le uniche proprietà stimolanti.


Un secondo mito di origine popolare parla di Omar il guaritore.
La leggenda vuole che Omar, uomo bandito dalla città di Mocha, per non morire di stenti, decise di cibarsi di alcune bacche rosse che crescevano su arbusti vicini alla grotta che utilizzava come riparo.
Provò a far bollire i frutti in acqua per renderli più morbidi, ma una volta assaggiati lì butto perché troppo amari. Considerando fame e freddo, Omar si dissetò con il decotto ottenuto, provando immediatamente una sensazione di rinvigorimento ed energia.


Per essere sicuro degli effetti, decise di far provare la bevanda calda ottenuta dalle bacche rosse a un vecchio pellegrino che ne confermò i risultati. Una volta diffusa la notizia della straordinaria scoperta, Omar venne richiamato a Mocha con onori e riconoscenze.


Secondo alcuni studiosi, anche Omero, narrò di una bevanda paragonabile al caffè, descritta dal poeta come “utile contro i dispiaceri, i rancori e la memoria dei dolori” e mescolata da Elena con il vino dei commensali di Menelao per asciugarne le lacrime.


Le tipologie di caffè

Le bacche del caffè, che diventeranno poi i chicchi che conosciamo, crescono dunque su arbusti in varie parti del mondo.


Le piante sono vari tipi di Coffea, un genere della famiglia delle Rubiacee, comprendente oltre 120 specie di piccoli alberi e arbusti.


Al mondo ne esistono circa 60 varietà, ma solo da quattro si ottengono i chicchi oggi più utilizzati: la Coffea Arabica, la Coffea Robusta, la Coffea Liberica e la Coffea Excelsa; le più diffuse sono l’Arabica e la Robusta.


Caffè Arabica: originaria del Kenya, Etiopia, Sudan e dello Yemen, è una pianta di tipo “auto-impollinante” che predilige coltivazioni ad alta quota. Il caffè Arabica è più delicato, dolce e aromatico; contiene meno caffeina.


Caffè Robusta: in assoluto la specie più coltivata, è originario della Guinea, Uganda e  Africa tropicale. Questo arbusto può essere piantato in molte zone e può essere impollinato con varie specie, ottenendo così più incroci. Il sapore del caffè Robusta, che contiene più caffeina, risulta intenso, corposo e che ricorda il profumo del legno


Le miscele Fusari

Molti fattori influenzano la miscela migliore: elementi come la zona di provenienza, la lavorazione, il trasporto e anche il tipo di raccolta


Vari elementi incidono, dunque, sulla qualità di qualsiasi miscela di caffè, che sia Arabica o Robusta, ma non sulla varietà, che invece regala un sapore diverso.


Per gli amanti dell’oro nero, la torrefazione artigianale Caffè Fusari realizza diverse miscele:


Black: la miscela perfetta. Selezioniamo le migliori monorigini, creiamo una miscela in cui si mescolano sapientemente i più rinomati caffè Arabica del Brasile e del Centro America, col il miglior Robusta Gourmet Asiatico.


Unico, per i più esigenti supera tutti i test dell’espresso. Dall’aroma pieno e cioccolatato, con impressioni di frutta secca tostata, la miscela di caffè Unico Fusari nasce dalla combinazione perfetta di eccellenze Arabiche e Sud Americane sostenute da un Asiatico gourmet, per un caffè in tazza cremoso e incisivo. Una miscela fuori dell'ordinario, ricca di dolcezza, compattezza e cremosità.


Fusari bio, un caffè davvero buono, in tutti i sensi. Caffè Fusari propone la propria miscela biologica, tra Arabica e Robusta, che nasce dalla miscela di ben sette monorigini, valutate e selezionate tra le migliori provenienze. I diversi caffè che compongono la miscela biologica sono coltivati con metodi completamente biologici, senza l’utilizzo di concimi chimici e fitofarmaci.


Caffeinò e Caffeinò Bio: l’equilibrata miscela decaffeinata e decaffeinata biologica. Da crudo, il caffè viene rigorosamente decaffeinato attraverso un processo naturale, con H2O, senza l’utilizzo di sostanze chimiche per non perdere il gusto e l’aroma speciale del caffè nero e raro.


L’Americano: miscela particolare pensata per il caffè all’americana. Macinato ad hoc, assicura che la percolazione dell’acqua bollente, che attraversa il preparato colando dal filtro, avvenga perfettamente. Gli squisiti Arabica che lo compongono sono scelti perché floreali e fruttati; il migliore dei Robusta controbilancia riportando la giusta sobrietà.

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